Yoga e Nascita, come iniziare?

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Ogni fase dell’attesa ha qualità ed esigenze diverse per cui quella che propongo è una pratica adatta ad ogni periodo della gravidanza e il più possibile vicina alla specifica unicità di ogni singola realtà.

Il primo trimestre è caratterizzato dal cambiamento più profondo, tutto si ricalibra e riorganizza in funzione della nuova Vita che si manifesta. In questo caso la pratica è la più gentile dei nove mesi perché volta ad accogliere il momento iniziale con la dovuta delicatezza. È la fase in cui dare maggiore spazio all’ascolto, in cui fermarsi a respirare e meditare, ad accogliere emozioni e pensieri. Con il secondo trimestre la donna inizia a fiorire e a sentirsi più energica così come la creatura che porta in grembo comincia a crescere e a diventare più forte. Questo è il periodo in cui ammorbidire e rafforzare maggiormente le aree della schiena, delle gambe e del bacino per andare a supportare al meglio le ulteriori fasi della gravidanza, nonché il momento del parto. L’ultima fase poi corrisponde al momento più vicino alla nascita, quando ci si può concentrare sulla respirazione e sulle visualizzazioni. In questo ultimo trimestre la mia attenzione è volta a favorire pratiche destinate a migliorare la circolazione sanguigna e a mantenere delicatamente attiva la muscolatura utile al travaglio.

Oltre ad un’attenta considerazione delle diverse fasi della gravidanza e delle particolari e specifiche accortezze richieste dal singolo caso, come nella pratica in generale così anche nella pratica in gravidanza, elemento cardine della nostra esperienza insieme rimane il principio di autoregolazione.

Si tratta di un punto fondamentale che permette ad ognuno di imparare ad ascoltare e assecondare il proprio sentire, ciò che il corpo richiede in ogni diverso momento, sul tappetino e nella vita, e che durante la gravidanza si traduce in un ulteriore elemento di conoscenza e in un aspetto imprescindibile per la buona riuscita della nostra pratica condivisa. In questo modo ogni qui ed ora diventa un nuovo sentire, ogni pratica un’occasione di riconoscersi nel proprio essere naturale.

Ogni esperienza diviene un contatto sempre più autentico, ogni volta ti puoi avvicinare con fiducia alla nascita, ad ogni passo ti puoi accordare con il Cosmo accogliendo la Vita che ti viene incontro.

ASCOLTO

The inspiration you seek is already within you. Be silent and listen.
Rumi

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Ti è mai capitato di voler ascoltare una nuova canzone che ti piace e di non volere niente intorno che ti disturbi o interrompa nell’ascolto?

In questi casi, che tu ti chiuda in una stanza o semplicemente indossi le cuffie alzando il volume, ti stai fermando. Stai focalizzando tutta la tua attenzione sull’ASCOLTO.

Bene, io credo che i primi passi utili verso il silenzio interiore siano quelli del ricercatore curioso che sente di voler INDUGIARE.

PRESENZA, ASCOLTO e SILENZIO

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Per liberarci da false credenze e meccanismi di difesa potremmo avere bisogno di gentile presenza, ascolto amorevole e silenzio.
In ogni momento siamo i soli a poterlo decidere invitando così la mente a collaborare.
Durante la pratica o tra le varie incombenze della nostra giornata possiamo scegliere di dedicarci del tempo di ascolto in cui dare voce alla nostra parte più profonda e autentica.
Ogni volta che l’intenzione è la cura di sé, la presenza diventa un richiamo, l’ascolto si amplifica e il silenzio non può che raccontarci di noi.

L’ILLUSIONE del CAMBIAMENTO

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Siamo spesso abituati a pensare che il cambiamento possa avvenire se torniamo indietro a sondare il passato e alle ragioni delle nostre azioni, come se potessimo in questo modo riparare a quelli che consideriamo errori.
In questo modo non solo ci illudiamo ma restiamo ancorati ai nostri meccanismi di difesa del passato che continuano a portarci nelle stesse direzioni.
Hai mai pensato che un altro modo per cambiare è quello di sciogliere queste difese confortandole e iniziando ad abitare il presente?

Il mio Hatha Yoga

Se nella tradizione orale antica lo Yoga consisteva in una pratica di ascetismo e ritiro, con i primi testi scritti di Hatha Yoga (Haṭhayoga Pradīpīka, Gheraṇḍa Saṃhitā e Śiva Saṃhitā) iniziano a comparire le posizioni che ancora oggi utilizziamo, in un’ottica in cui corpo e sensi trovano un loro ruolo fondamentale nella pratica. 

In questo approccio finalizzato ad equilibrare ogni parte di noi si può cogliere come l’Hatha Yoga abbia introdotto una iniziale visione olistica della pratica yogica che diventa esperienza psicofisica non più limitata ad una ricerca da fermi ed in silenzio di conoscenze che oltrepassino corpo e mente. Essa si trasforma, con lo stesso intento, in un invito alla scoperta e all’utilizzo di ogni nostra risorsa. 

Tradizionalmente la funzione dell’Hatha Yoga è quella di accompagnare verso una conoscenza ed un equilibrio sempre più intimi dell’energia cosmica presente nell’uomo (Ha=Sole e Tham=Luna). 

Se ci riflettiamo, al fine di trovare stabilità e presenza sono infatti nati i primi Āsana. Dopo aver armonizzato il corpo sono però emerse le difficoltà relative alla costante attività del pensiero. Per ottenere un ampio spazio di ascolto ed una mente complice sono state introdotte le pratiche relative alla respirazione e si è data più importanza al movimento. Se infatti ci addentriamo nel respiro e ne prendiamo sempre maggiore coscienza, ci accorgiamo che anche la mente lo segue e ad esso si armonizza. Inoltre, quando stiamo nel corpo e nel movimento, con naturalezza invitiamo anche il pensiero a rimanere focalizzato nel momento. 

A questo punto è poi emerso che se allunghiamo il mantenimento di una certa posizione permettiamo al complesso dei benefici descritti di avere un raggio di azione più ampio e di poter raggiungere la nostra interiorità profonda. Quando infine facilitiamo tutto questo con un delicato ritiro dei sensi, allora potremo affidarci ai piani sottili della pratica, fino a trascendere il corpo muovendoci verso l’esperienza della concentrazione e della meditazione. In questo modo l’energia universale riequilibrata al nostro interno può condurci alla vera unione con il tutto, alla connessione totale in cui lo yoga trova il risveglio spirituale e la piena consapevolezza di chi siamo all’interno del Cosmo.

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Alla luce di questi presupposti la pratica che offro si evolve costantemente alla ricerca di flussi energetici universali ed interiori da ascoltare e assecondare. Il mio punto di partenza è il corpo inteso come elemento imprescindibile da accogliere in uno stato di apertura e fiducia.

Il corpo è ciò che abbiamo di più prezioso e immediato per coltivare una relazione con la nostra dimensione interiore e l’Hatha Yoga si nutre dell’osservazione delle percezioni sensoriali che derivano dal suo ascolto.

Quando possiamo abitare il corpo ed entrare in intimità con il nostro respiro, ci sentiamo anche liberi di poterci pienamente ascoltare. Nel mio cammino condiviso propongo Āsana, Ṣaṭkarma, pratiche di Prāṇāyāma, Mantra, Mudrā e Bandha in cui poter armonizzare il nostro essere e poterci ritrovare in una condizione di immobilità e silenzio del tutto familiare e confortevole. Questo è lo stato naturale in cui poterci allineare con la forza intuitiva che ci richiama al non manifesto pur rimanendo partecipi e presenti alla nostra condizione umana di impermanenza.

CAMMINO

È molto importante prestare attenzione al cammino. È il cammino che ci insegna sempre la maniera migliore di arrivare e ci arricchisce mentre lo percorriamo.

P. Coelho

È vero che lo YOGA ci ACCOMPAGNA e SOSTIENE verso la CONSAPEVOLEZZA ma si tratta di una via spesso difficile. Procedere verso di sé e verso il proprio sentire significa incontrare tanto di noi, compresi i nostri LIMITI.

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Alcune volte si manifestano difficoltà fisiche, altre volte dobbiamo fare i conti con pensieri agitati ed altre ancora ci troviamo ad occuparci di emozioni sopite che magari emergono dolorose.
Il superamento di questi limiti è senza dubbio impegnativo ma sento che la PRATICA, se affrontata in una condizione di ATTENZIONE ed ACCOGLIENZA, può diventare una preziosa COMPAGNA di VIAGGIO che nella sua sacralità sa indicarci la modalità migliore per noi e nella sua essenzialità, mai scontata, riesce ad arricchire ogni nostro passo.

RESISTENZA

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Tutti abbiamo un punto di RESISTENZA al CAMBIAMENTO.
La stabilità che offre una situazione conosciuta ci conforta e l’incontro con la novità può suscitare un senso di insicurezza.
Se resto nel conosciuto mi sento al sicuro e posso portare la mia attenzione ad espandersi anche all’esterno.
Se invece mi sento incerta in una situazione sconosciuta ho bisogno di rimanere all’interno, tutta concentrata sulle mie uniche capacità e ciò va ad alimentare la mia insicurezza.

Perché allora non dedicarsi alla pratica intesa come cammino verso una naturale apertura? Come nuovo strumento di approccio alla novità più consapevole?

Col tempo potresti magicamente scoprire un senso di gratitudine nei confronti dello sconosciuto che un tempo ti bloccava perché potrai ascoltare come esso risvegli la tua curiosità e quell’interesse che, pur nella nostra vulnerabilità, ci fa sentire vitali.

YOGA come CRESCITA

Tutto quello che viene compiuto in presenza di un bambino, nell’organismo infantile si trasforma in spirito, anima e corpo.

R. Steiner

Prima della nascita la natura predispone un ambiente adatto alla crescita dell’essere umano. Allo stesso modo sento che dopo la nascita abbia un ruolo fondamentale un’educazione NATURALE che gli garantisca una sana dimensione di sviluppo. 

Spesso siamo portati a pensare che i bambini crescano seguendo ciò che gli adulti vorrebbero insegnare a parole, come fosse per loro un’operazione del solo intelletto.

Il bambino invece imita ciò che si svolge nel suo ambiente e tutto il suo essere assume le forme che rispecchia.

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Sin dalla nascita egli è aperto alle influenze dell’ambiente circostante, è pervaso dai sensi che lo animano sia nello sviluppo organico che nella acquisizione di qualità interiori. In tal modo il significato di ambiente va considerato nel senso più ampio, ne fa parte infatti tutto ciò che avviene intorno al bambino, tutto ciò che i suoi sensi possono percepire. A partire dallo spazio fisico in cui si trova fino a tutte le azioni che egli vede compiere. Tutto ciò che noi siamo traspare dai nostri gesti e tutto ciò che facciamo in presenza di un bambino continua ad agire in lui. 

Questo è ciò che intende Steiner nel sostenere che il bambino è un INTERO ORGANO di SENSO che vive in maniera completa tutto ciò che riflette intorno a sé.

E questo è il motivo per cui nell’accompagnare i più piccoli con lo yoga la mia attenzione si focalizza innanzi tutto sulla loro libertà di ESSERE. Il mio impegno è volto a preservarne una crescita organica e a facilitare e sostenere lo sviluppo delle loro qualità interiori.

Balyayoga, il metodo che utilizzo, si basa su una visione olistica del bambino e su una pratica studiata e realizzata nel rispetto delle particolari caratteristiche psico-fisiche dei più piccoli. Si tratta di un approccio che FACILITA e SOSTIENE volto a valorizzare la creatività di ogni essere quale strumento di libera crescita e sano sviluppo del proprio sé.

Propongo una PRATICA SPONTANEA e INCLUSIVA e utilizzo il linguaggio del gioco come strumento di apprendimento e sviluppo relazionale. Si tratta di una ESPERIENZA NATURALE e divertente che favorisce ASCOLTO e consapevolezza di se stessi e degli altri in una prospettiva più ampia della RELAZIONE con il MONDO circostante.

ACCOGLIERE

Yoga does not ask you to be more than you are but it does ask you to be all that you are.

Bryan Kest

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Spesso le persone mi dicono di sentirsi poco adatte allo yoga.
Chi si sente rigido, chi si ritiene poco costante, chi troppo irrequieto e chi lo considera una pratica per pochi.

Lo yoga in realtà è una scienza naturale dell’uomo e per l’uomo e per questo lo sento come un’opportunità fruibile.


Potrebbe essere un’occasione anche per te di abbandonare l’ombra di false credenze limitanti per imparare ad assaporare la libertà di poter ACCOGLIERE appieno tutto ciò che sei e che puoi scoprire di ESSERE.

RESPIRO

Il respiro è il veicolo della nostra energia.
Un’onda che nasce da lontano, emerge in superficie come linfa vitale e si ramifica in un senso spontaneo di presenza e padronanza.

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Quando ci sentiamo spontanei e liberi possiamo abitare la nostra energia e per sostenere la spontaneità abbiamo bisogno del respiro.

È il respiro che ci rende consapevoli di chi siamo e partendo da qui possiamo scegliere cosa dire, come agire.

CUSTODIRE LA NASCITA

L’intimità è un tempio sacro.
La donna è un tempio sacro.
L’uomo è un tempio sacro.
Nel vostro stare insieme la vita diventa preghiera.

Bernie Prior

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Il femminile è l’energia che crea movimento, crescita e dona forza al maschile generando molteplicità nell’universo.
Lo yoga durante il periodo della gravidanza favorisce la forza creativa, il potere di vedere comprendere e agire che con la pratica accompagna l’energia dinamica del femminile ad esprimersi a pieno nella sua innata libertà e nel suo immenso potere.

YOGA come LASCIARE ANDARE

Lasciare significa lasciare che per un po’ le cose seguano il loro corso, che si muovano liberamente senza il nostro intervento, finché la direzione del loro movimento non si mostri spontaneamente. Se rinunciamo a tentare di guidare le cose e quelle muovendosi si allontanano da noi, lasciamole andare. Molliamo la presa. Se le lasciamo andare per la loro strada ci rendiamo liberi per qualcos’altro.

Bert Hellinger

 

Se ripenso alle mie difficoltà nella pratica degli inizi e a tutte quelle incontrate nell’arco del tempo mi risulta facile concordare con chi sostiene che il lasciar andare sia il più difficile degli asana. Nella vita di tutti i giorni spesso troviamo qualcosa che ci blocca e che si esprime come una tensione fisica, un pensiero ricorrente che richiama tutta la nostra attenzione o come tanto altro che in qualche modo ci distoglie da noi stessi.

Quando mi trovo in queste situazioni mi accorgo di come lo yoga abbia la qualità di orientarmi efficacemente al momento presente e di come la pratica mi permetta di sperimentare con gentilezza tutto ciò che emerge in me e che incontro al di fuori. 

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Spesso si ritiene che per migliorarsi in qualcosa si debba intervenire con un lavoro più intenso, con un’attività maggiore. Io invece ogni volta mi accorgo di quanta forza ci sia nella non azione e di come si tratti di un solo apparente approccio passivo alle cose. Sento che offrire energia alla non azione, sia fisica che mentale, significa coltivare un intento specifico e cosciente. Partendo infatti dal corpo posso iniziare ad ascoltare, ad accogliere percezioni, sensazioni piacevoli oppure tensioni e da qui imparare a prendermi cura di me in un processo di consapevolezza che inizia sul tappetino e si sviluppa nei vari ambiti dell’esperienza fino a coinvolgere tutta la vita che mi circonda.

Quando inizio a dedicarmi alle tensioni, a sentirne il significato attraverso cura e attenzione, nel rispetto dei miei tempi, le aiuto a sciogliersi. 

Così nella vita di ogni giorno ho la possibilità di soffermarmi a comprendere un’emozione o una situazione per arrivare poi a sentire di poterla lasciare andare. Mi permetto di ascoltare e capire ciò che desidero mantenere per distinguerlo da tutto ciò che voglio liberare. Poco a poco realizzo di avere un potere solo parziale sulle cose, imparo ad apprezzare la mia libertà unita a quella degli altri e al contempo nutro la possibilità di fidarmi dell’esperienza che diventa una preziosa guida. Sento nell’abbandonarsi al corpo un’opportunità di conoscersi e nel lasciare andare una potenzialità costruttiva che vivo come un atto di estrema fiducia nella natura nascosta delle cose. Lo propongo come un punto di partenza e ripartenza costante perché ne apprezzo l’energia che vibra di libertà in cui so di poter indugiare ad occuparmi di me in qualsiasi momento. Spesso ne percepisco la fatica perché si tratta di un lavoro profondo che richiede dedizione e costanza. Ma ogni volta è un nuovo pezzetto di me che si rivela e fiorisce. 

Credo che lasciar andare significhi diventare audaci, avere il cuore di scoprire la vita che si svela di fronte a noi e il coraggio di accoglierla in una condizione di apertura e gioia.

DIVENIRE

Nessuna persona entra mai due volte nello stesso fiume, perché il fiume non è mai lo stesso ed essa non è la stessa persona.

Eraclito

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La BELLEZZA dell’esperienza yogica si manifesta anche nel fatto che la nostra pratica è sempre nuova.
Spesso arriviamo sul tappetino con aspettative o al contrario con convinzioni limitanti e l’esperienza ci sorprende. Innumerevoli fattori nella loro commistione del momento rendono ogni passo e ogni respiro unico ed irripetibile.
Ogni pratica ci riporta al nostro continuo fluire, al cambiamento naturale delle cose e alla nostra unicità in DIVENIRE.

SPIRITUALITÀ

Vivere spiritualmente è vivere nel presente. Lo yoga ci porta nel momento presente, facendoci diventare coscienti della nostra postura, dei nostri movimenti e del nostro respiro.

Swami Vivekananda

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Forse siamo ancorati ad un’idea statica di spiritualità legata a pratiche mistiche di distacco dalla realtà contingente.
Hai mai pensato alla spiritualità come ad una possibile modalità di vivere le cose di ogni giorno?
Lo yoga non è solo una tradizione spirituale per teorici ma una scienza che tutto testa attraverso un’ESPERIENZA DIRETTA del vivere semplice. Nella naturalezza delle cose possiamo ritrovarci, come un filo d’erba che nella sua semplicità nasconde ogni singola potenzialità dell’universo.
Vivere nel corpo e nel momento presente significa diventare consapevoli di sé, della propria vita e delle proprie scelte.

SILENZIO

Il silenzio è tutto ciò che temiamo, c’è riscatto in una voce.

E. Dickinson

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Quando ASCOLTO la mia voce posso esprimermi davvero.
I limiti che spesso ci poniamo in questo sono dettati da un naturale bisogno di sicurezza e per questo sento importante il silenzio.
Posso affidarmi al SILENZIO per accogliere ogni mia parte e comprendere i limiti legati alla paura e non alla possibilità.
Il silenzio è un compagno fedele nella riscoperta della nostra VERA NATURA.

Nel SILENZIO del SUONO 26/06

Nel SILENZIO del SUONO ascoltiamo la creazione di relazioni di CONOSCENZA e CURA

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Incontro di armonizzazione sonora di KalpaYogA in via
Amerigo Vespucci – 6/f, Torino
presso Associazione Nuove Vie

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Lo Yoga, quale strumento del SUONO, attiva ogni parte di noi aprendoci a nuove comprensioni, a libere soluzioni e a più sottili stati di CONSAPEVOLEZZA

Vuoi saperne di più?
https://kalpayoga.com/what/soundyoga/

Per maggiori informazioni e prenotazioni:
https://kalpayoga.com/contatti/

YOGA come SUONO

Secondo la tradizione yogica la VIBRAZIONE è la forma di vita più originale e primordiale. Il SUONO è materia e ogni parola detta, ogni frase articolata è un mondo in divenire.

yoga come suono

La natura ci ha donato risorse adeguate cui poterci affidare per occuparci del nostro benessere. Come il respiro ci aiuta ad entrare in contatto con il nostro sentire e a prenderci cura di noi, così anche il suono è uno strumento innato di CONOSCENZA e CURA. 

Se attraverso il suono e la parola ho la facoltà di creare, mi viene naturale interrogarmi su quanta CONSAPEVOLEZZA ci sia in ciò che esce dalle mie labbra.

Spesso mi sono accorta di avere una coscienza minima o solo parziale di ciò che sto esprimendo e questo è il motivo per cui, alla ricerca di possibili strade per comprendere meglio il mio mondo interiore, ho trovato nello yoga un aiuto concreto e nella pratica del suono una naturale via di contatto e conoscenza. 

Lo yoga facilita l’ascolto della nostra VOCE interiore e ci conduce a lasciarla emergere. Attraverso la pratica del suono ci possiamo riconnettere con la libertà di ESSERE chi siamo fino a ricongiungerci al suono comprensivo dell’Universo dove confluire e riconoscersi tutti insieme, ognuno nella unicità della propria esistenza. 

Sento infatti che quando la comunicazione diventa più consapevole esprime maggiormente la mia verità, favorisce un miglioramento del mio stato psicofisico e al contempo può incoraggiare una maggior consapevolezza in chi mi circonda.

Se mi apro ad una visione più ampia delle cose, in una prospettiva di insieme in cui ogni essere come singola entità possa ritrovarsi parte di un unico sentire, mi accorgo di come il suono della presenza di ognuno riesca a coinvolgere tutti in una fertile rete creativa che nasce dalla riscoperta di sé,  per diventare strumento di comprensione reciproca ed anche un modo di occuparsi degli altri.

Possiamo rendere terapeutico il nostro suono se permettiamo che esso nasca come NUTRIMENTO. Se il suono è materia, per poter nutrire deve essere una forza che parte dal sentire più profondo, dalle vibrazioni del cuore del mondo.

Quando un suono coincide con il nostro vero essere, quando diventa manifestazione di qualcosa che abbiamo nel cuore, può creare una prospettiva limpida di ASCOLTO e AZIONE.

Questa corrispondenza pura tra sentire e agire può favorire il cambiamento e accompagnarci a comprendere come prenderci cura di noi, di chi ci sta accanto e del mondo che ci costruiamo attorno.

Perché il mio blog?

Amo molto la ricchezza dell’insegnamento inteso come scambio continuo. All’interno della mia esperienza sento importante comprendere la natura unica di tutti i soggetti che vi partecipano affinché insegnante e praticanti possano creare insieme ogni nuovo momento del percorso condiviso.

 

perché blog

Con l’apporto di ognuno, attraverso la propria presenza, la pratica diventa crescita personale e risorsa collettiva in una visione più ampia che trova, nell’ascolto della propria voce interiore e nella ricerca del proprio benessere, uno stato di consapevole appartenenza al mondo.

Questo spazio nasce dal mio desiderio di sperimentare ed esplorare la pratica dello yoga in una ulteriore forma, quella del racconto e della condivisione del mio cammino. Un modo che mi aiuta a soffermarmi su alcuni aspetti, mi permette di elaborarli più a fondo e che mi piacerebbe diventasse motivo di spunto e sostegno anche per tutti coloro che desiderano entrarvi.

Voglio offrire il mio contributo e condividere con te la mia storia, le mie esperienze inerenti la pratica e proporre alcuni argomenti che ritengo importanti per ogni cammino yogico.

Se senti di volerti unire al mio viaggio ti aspetto qui ogni settimana per un nuovo passo insieme.