Un altro ciclo

Questa settimana si conclude un altro anno di pratica INSIEME e voglio condividere qui il mio sentire di questi giorni.

Sono felice di aver completato un nuovo ciclo di esperienza condivisa. Mi sento onorata di aver partecipato ad un ulteriore tratto di cammino comune avendo avuto la possibilità di incontrare, attraverso la pratica, ognuno di voi. Ed è con profonda gratitudine che ora mi preparo al caldo ristoro dell’estate, sapendo di essere pronta a nutrire al meglio i semi di una nuova stagione.

La PAUSA che rappresenta l’estate si rivela per me, ogni anno di più, un momento prezioso. Il desiderio di staccare per potermi dedicare al riposo, al sole, ad una sperata vacanza, si trasforma ogni volta in un rito di passaggio che, più o meno consciamente, mi ritrovo ad attraversare con curiosità. Anche questa volta ho la netta sensazione che, raggiunto il tempo sospeso dell’estate, una nuova GIOIA stia nascendo in me. Non mi sento grata solo per l’esperienza vissuta e per il meritato riposo che si avvicina. Ma anche ora, alla chiusura di un altro ciclo sento la ricchezza del PASSAGGIO, la bellezza del momento in cui divento consapevole di come il movimento verso un costante nuovo inizio sia parte fondamentale del PROCESSO VITALE.

La pausa diventa per me spazio dedicato ad un fertile silenzio e il silenzio un corale richiamo all’origine.

Si tratta di qualcosa di straordinario, forse simile ad un RITORNO alla fase in cui non sapevo parlare ma potevo solo ASCOLTARE. Un ascolto puro, attento, finalizzato ad apprendere e comprendere. Ed è in questi istanti di chiara presenza che mi affido al VUOTO del SILENZIO. A quello spazio tanto ampio quanto colmo di informazioni in cui ritrovare i frutti dell’esperienza conclusa e dove potermi curare di nuove semine. Il luogo dove poter prendere distanza dai miei pensieri, lasciare emergere l’ascolto della pura ESPERIENZA e potermi riavvicinare a me stessa.

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Forse non è altro che il semplice sperimentare i cicli naturali della VITA, il reciproco scambio tra agire e sentire, la sana alternanza tra movimento e stasi. Proprio come il flusso del respiro che attraverso le sue onde sottili mi insegna ad ascoltare i magici attimi di sospensione tra un respiro e l’altro, a cogliere gli infinitesimali istanti di attesa tra chiusura e apertura, tra inizio e fine nel loro continuo ALTERNARSI. È chiaramente il naturale procedere delle cose che io imparo a percepire sempre più come un benefico approccio all’ESISTENZA UMANA e alle esperienze che incontro.

La cosa che amo di più in tutto questo è che il tempo in cui mi fermo diventa un modo di lasciare spazio alla gioia, perché è proprio quando sono felice che non sento il bisogno di muovermi altrove.

Felice estate a tutti voi.

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