La NATURA del MANTRA

Fin dall’antichissima cultura vedica il Mantra fu ritenuto una potenza, una parola-suono capace di generare una connessione con il Brahman, l’invisibile principio cosmico.
Le più antiche scritture vediche per molti secoli vennero tramandate solo oralmente e coloro che le memorizzavano dovevano anche apprendere l’arte della corretta recitazione perché i Veda, testi sacri formulati in sanscrito vedico, sono innanzitutto suono e potenza.

Per arrivare alla comprensione del potere del Mantra, nella sua globalità e nella sua particolarità, credo sia necessario guadare allo Yoga come una scienza empirica oltre che una disciplina psicofisica che mira all’unione degli opposti.

Pur nella consapevolezza che lo Yoga si propone come fine una via che conduca al risveglio di tutte le potenzialità interiori dell’essere umano, dobbiamo tenere presente che la pratica non ha un carattere conclusivo o assoluto, ma adattabile ad ognuno e perfettibile, tanto più che la sua trasmissione fa parte essenzialmente di una lontana tradizione orale avvenuta da maestro a discepolo.
Si può dire che lo Yoga è una forma di conoscenza che oltrepassa la mente, l’intelletto e lo studio dei testi.

Lo Yoga utilizza la materia, nella sua struttura sia grossolana che sottile, come mezzo esperienziale e creativo dell’intero nostro essere.

Ogni praticante, anche quando vive esperienze legate ad un ambito più spirituale, si avvale costantemente della sua sfera strettamente fisica, composta da tutti gli istinti vitali insiti nella sua natura di essere umano.

Possiamo allora considerare lo Yoga come un sistema filosofico-pratico in cui il corpo, nel suo insieme, rappresenta lo strumento primario per raggiungere ogni tipo di ascolto, trasformazione e cambiamento.

Il Mantra viene formalmente inserito tra le pratiche mentali dello Yoga dal momento che la sua ripetizione viene mantenuta in uno stato di concentrazione profonda e continua. Si tratta di una formula in lingua sanscrita e composta da brevi estratti dei Veda preceduti o seguiti da così detti fonemi di potenza, chiamati Bīja Mantra, che custodiscono un significato trascendente e non definibile a parole. Colui che recita il Mantra, partendo dal corpo ed attraversando la mente, entra gradualmente nella contemplazione del suono e nell’ascolto del significato che quel suono implica, risvegliando la propria coscienza emozionale. In pratica, entrare nella contemplazione di parole che, ad esempio, esprimono amore significa risvegliare nel proprio intimo le qualità dell’amore. 

mantra

Già sappiamo che la materia, apparentemente solida e inerte, in realtà pullula di sottili vibrazioni subatomiche, che gli elettroni ruotano attorno al nucleo dell’atomo ad altissima velocità ed è per questo che la materia ci appare solida. E sappiamo anche che con uno strumento sufficientemente sensibile ne potremmo percepire vibrazione e suono.

Forse ciò che non abbiamo ancora del tutto digerito, e che negli ultimi decenni la fisica ci ha abituato ad assimilare come principio forse tipicamente filosofico, è il fatto che la materia è essenzialmente energia e non si limita soltanto alla dimensione della vita che possiamo percepire con i nostri cinque sensi.

In questo modo risulta forse naturale comprendere l’essenza del Mantra. La sua ripetizione consente di integrare il nostro sentire a livello interiore e al tempo stesso ci pone in sintonia con le nostre origini cosmiche e immateriali in cui tutto il nostro essere vibra trasformandosi da solida materia in pura energia.