Ho notato che quando qualcuno mi chiede informazioni sul significato del nome KalpayogA sento un certo disagio dovuto alla difficoltà di riuscire a concentrare in qualche parola tanto spazio e tale forza. Ora provo a raccontarlo qui.
Kalpa è un termine sanscrito che parla della bellezza dell’infinito movimento legato al passare del tempo. Il tempo, quella dimensione che non possiamo toccare o sentire ma possiamo solo percepire e respirare. Nell’induismo il tempo è scandito da una serie di cicli chiamati Ere Cosmiche che si ripetono sistematicamente, salvo essere interrotte dal periodo in cui tutto l’universo viene riassorbito nella notte cosmica, fino ad una successiva nuova creazione. La durata dell’universo (Giorno di Brahma) come il periodo della sua latenza (Notte di Brahma) corrisponde ad un kalpa che, nella cosmologia induista e buddhista, è un lungo periodo di tempo che sta alla base dell’evoluzione e dell’involuzione dell’universo. Una teoria che si basa sull’andamento circolare del tempo, e non lineare come siamo abituati a considerarlo, in cui esso viene scandito in piccoli cicli che si ripetono all’interno di clicli più grandi, durante i quali l’universo continua a muoversi e a modificarsi.
In tutto il cosmo non esiste nulla di fermo o stabile. Tutto si muove, si espande o si avvicina spinto da un’energia misteriosa che tutto conduce. Una forza che muove, in uno spazio infinito dove esiste ogni cosa percepita o meno come materiale. Noi ci sentiamo piccoli di fronte all’immensità di tutto questo, quando ci accorgiamo che la terra è una minuscola goccia all’interno di un oceano di universo in cammino. Ma la terra si muove come tutto il resto e noi ci spostiamo ed agiamo nel nostro sottile e unico ciclo di esistenza seguendo le medesime leggi naturali, attraversati dalla stessa energia che compone il cosmo. Noi siamo l’universo: kalpa è la semplice e infinita magia di cui siamo parte.
Ed è la stessa forza ad essere per me fonte di ispirazione primaria nel mio approccio allo yoga e nel proporne la pratica. Sento la stessa magia radicata nel principio di unione insito nello yoga, all’interno di questa dimensione di macro movimento che si riflette inesauribilmente nel micro movimento e che si esprime in un costante e reciproco scambio che possiamo riconoscere in un intimo ascolto interiore. Si tratta di una continua relazione benefica, una corrispondenza che, quando rispettata nella sua forma naturale, si rivela profondamente nutriente. Acquisire piena conoscenza di sé, di tutte le nostre potenzialità attraverso una pratica di consapevolezza crescente è da sempre il mio intento. Ed è attorno al mio progetto di accompagnare chi lo desidera, verso la riscoperta di questa infinita energia vitale che ci pervade, che si è definita l’identità del mio lavoro.