Che cos’è un Asana?

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Oggi molto spesso gli asana rappresentano la quasi totalità della pratica che viene comunemente proposta, per qualche motivo le posizioni sono diventate da tempo l’elemento maggiormente rappresentativo dello Yoga. 

Ciò è avvenuto per una serie di concause che sarebbe lungo affrontare, oltre a non essere questo l’ambito, e probabilmente non darebbe risposte utili. Preferisco solo soffermarmi sullo stato attuale dello Yoga perché mi aiuta a focalizzare ciò che sento importante nella mia pratica e in quella che offro. 

Senza dubbio lo Yoga, come ogni altro aspetto dell’esistenza, è in continuo movimento, evoluzione, cambiamento e lo è sempre stato. Alla luce di questo nella mia pratica scelgo di mantenere saldi alcuni aspetti che continuo a considerare fondamentali, ma cerco anche di aprirmi a nuovi saperi e a nuove esperienze, spesso trasversali, che mi arricchiscono e che mi offrono la possibilità di trovare anche nuove risposte. 

In particolare, nel flusso del cambiamento sento importanti due elementi. 

Il desiderio di praticare e diffondere lo Yoga nel suo essere un naturale e consapevole stile di vita, e la responsabilità di rimanere radicata nella sua essenza, di mantenere vivo il suo obiettivo finale. Scelgo infatti quotidianamente di offrire una pratica intesa come  possibilità di andare oltre la comune sofferenza umana che ci caratterizza. 

Che cos’è allora un asana e in che modo si distingue da un esercizio fisico?

Gli asana sono una parte dello Yoga, un passaggio di una sua dimensione più ampia e completa. Come descritto nei miei ultimi post, Patanjali li considera come il supporto fisico atto a garantire i successivi stadi di consapevolezza, che in realtà sono già presenti in potenza nella posizione di base del corpo. Allo stesso modo, abbiamo visto come secondo i testi antichi di Hatha Yoga, attraverso le posizioni scopriamo stati di coscienza espansa per i quali è necessario essere preparati fisicamente ed energeticamente. 

Ora, se l’attività fisica mira ad attivare e potenziare i nostri muscoli, gli asana facilitano la consapevolezza corporea, lavorano sugli organi interni, regolano l’attività endocrina. Se movimento e contrazione muscolare sono alla base dell’esercizio fisico, nello yoga sono aspetti funzionali. Sono previsti solo nell’ambito iniziale dell’apprendimento destinato a condurci alla fase di mantenimento in cui la muscolatura è rilassata. Metabolismo, consumo di ossigeno e attività fisiologiche in genere che vengono accelerati durante l’esercizio fisico, risultano rallentati nello yoga. Inoltre, la presenza e l’attenzione che la pratica sviluppa nel processo di consapevolezza interiore rimane un aspetto quasi sempre superfluo in qualsiasi esercizio puramente fisico. 

E potremmo continuare a trovare altri elementi ancora che caratterizzano la pratica yogica, ma ciò che forse li potrebbe riassumere è il fatto che un Asana è una sorta di alchimia antica in movimento da sperimentare, un’esperienza di conoscenza e trasformazione che agisce dal profondo a livello fisico, mentale, spirituale, un viaggio che dal grossolano ci accompagna al sempre più sottile permettendoci di riscoprire chi siamo.